In un contratto d’affitto
della fine del 1.400 rinvenuto nell’archivio comunale di Pamparato,
Comune della Valle Casotto in Provincia di Cuneo, si legge come un
signorotto locale pretendeva dai pastori che “menano le loro
mucche a pascolar l’erba del prato Raschera” per il pagamento
dell’affitto, alcune forme di “quel buon formaggio che lassù
si fa’ “. Questo è senz’altro l’accenno storico più
lontano nel tempo legato alla tradizione della fabbricazione del
formaggio a DOP Raschera ed in particolare della tipologia
“d’Alpeggio”. Oltremodo ci conferma come la sua nascita ebbe
origine nel pascolo sito vicino all’omonimo lago che ancora oggi
porta il nome Raschera e che si trova sotto il Monte Mongioie (m 2630
s.l.m.) nelle Alpi Marittime. La caratteristica prima dei formaggi
che si producono in Alpeggio è quella di avere sapori e profumi
unici dovuti alle rare erbe presenti solo su certi pascoli di
montagna che “passano” questa loro caratteristica nel latte delle
vacche che le brucano e da questo, al formaggio che verrà prodotto
dal casaro-malgaro. Il formaggio Raschera si può trovare in due
vesti diverse a seconda della lavorazione e della zona dove è
prodotto: RASCHERA dop (contrassegno posto sulla forma di colore
verde) e RASCHERA d’ALPEGGIO dop (contrassegno giallo). Il motivo
di questa doppia possibilità ha anch’esso un origine storica: da
sempre i malgari (allevatori di bovini ed ovini transumanti), portano
i loro armenti a pascolare nel periodo estivo sugli alti pascoli
alpini (detti “malghe” e di qui “malgari”) delle montagne
monregalesi (Alpi Marittime) che, per la loro caratteristica
geografica di essere a cavallo tra il Mar Ligure e la Pianura Padana,
usufruiscono di un clima piuttosto piovoso. Ciò determina una
considerevole ricchezza vegetale che dà, a questi pascoli, uno
spiccato interesse botanico per le varie specie erbacee presenti (si
contano più di cento endemismi). Conseguentemente, il latte prima ed
il formaggio poi, prodotto da siffatta materia prima assume sapori e
profumi inconfondibili ed irripetibili in altre zone (RASCHERA
d’ALPEGGIO dop). Durante il periodo invernale i Malgari vanno a
svernare (o meglio a “mangiare l’erba”) nei Comuni della
pianura cuneese. Essi produrranno qui un formaggio con le stesse
metodologie casearie dell’Alpe, ma diverso dall’estivo sia per il
profumo che per il gusto, ma fondamentalmente uguale sotto l’aspetto
caseario (RASCHERA dop). Dopo aver accennato sull’origine storica
del nostro famoso formaggio e dopo aver parlato delle sue varie forme
commerciali caratterizzate, a seconda della provenienza, da gusti
molto diversi, soffermiamoci ora sulle caratteristiche fisiche e
chimiche che contraddistinguono il Raschera.Intanto è un formaggio
che può trovarsi fabbricato da latte crudo (la tipologia d’Alpeggio)
oppure da latte sterilizzato; è sempre un formaggio a pasta cruda
(la cagliata non viene scaldata), intero (il latte non viene
scremato), con pasta pressata, semidura. Il colore della pasta è
bianco, bianco avorio, mentre la sua struttura è consistente,
elastica, con piccole occhiature sparse ed irregolari; la crosta è
sottile, grigio rossastra, a volte con riflessi giallognoli,
elastica, liscia e regolare con chiazze rossastre sugli scalzi,
accentuate con la stagionatura (soprattutto sul tipo d’Alpeggio).
Il sapore è fine e delicato, tipicamente profumato, moderatamente
piccante e sapido, se stagionato.
Nome Organizzazione: | CONSORZIO TUTELA FORMAGGIO DOP RASCHERA |
Prodotto Tipico promosso: | FORMAGGIO RASCHERA D’ALPEGGIO DOP E RASCHERA DOP |
Il suo prodotto è: | prodotto DOP |
Indirizzo: | VIA MONDOVI’ PIAZZA, 1/D – 12080 VICOFORTE (CN) |
Sito web: | www.raschera.com |
Recapiti telefonici e fax: | 0174 705638 fax 0174 705645 |
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